La Settimana santa: momento di penitenza e di grazia
Le consuetudini ed i rituali penitenziari della Settimana Santa (la benedizione delle case e delle uova; la lavanda dei piedi; le struggenti note dei “biancovestiti”; la rappresentazione vivente della “Passio Christi”) propongono un momento di meditazione collettiva sul mistero della morte e al tempo stesso di esorcismo di essa.
Mentre la Chiesa celebra i suoi riti liturgici quaresimali, il popolo tramanda le sue tradizioni, varie e coinvolgenti:
I Biancovestiti, con un canto struggente, richiamano alla preghiera e alla penitenza
All’alba del Venerdì santo, giovani e meno giovani, in camici bianchi e coronati di spine (“i biancovestiti”), in segno di remissione alla clemenza divina e di disponibilità alla penitenza ed al pentimento, preceduti da un crocifero, da quattro donne vestite in nero, che portano un pannello di tela bianca, simbolo della Sindone, escono in processione e ripercorrono la strada dolorosa dei Sepolcri; intonano canti di struggente bellezza (e il pensiero non può non correre ai cori greci guidati dalla Corifea), che echeggiano in quella ora di generale silenzio, ti svegliano, se dormi, e ti commuovono.
Nella tarda mattinata, dopo aver fatto visita alle chiese del Vallo, dove il Giovedì Santo è avvenuta la deposizione dell’Eucarestia nel Sepolcro, “i biancovestiti” si ritrovano a Lauro; qui, sul sagrato della parrocchiale “S. Margherita e S. Potito”, e subito dopo all’interno, la “gara dei cori”.
La rappresentazione vivente della "Passio Christi" La rappresentazione vivente della “Passio”, che chiude il ciclo rituale e suggestivo della Settimana Santa,scandisce la sofferenza e la speranza di una comunità intera in una vita più serena e tranquilla; giovani e meno giovani, accomunati da uno spirito di sincera partecipazione collettiva, fanno rivivere, momento per momento, la Passione e la morte del Figlio dell'Uomo, in costumi d’epoca, preparati da abili e pazienti sartine locali.